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Francesco Perego: un designer e un maker

#stories 14.01.2020

FRANCESCO PEREGO: UN DESIGNER PER LA COMUNITÀ

Francesco Perego è un Designer computazionale di WeMake che all'interno del progetto Grippos si occupa della parametrizzazione degli oggetti.

 

Che cosa fai dentro a Grippos? 
Mi occupo della progettazione parametrica degli ausili e della trasformazione del modello per far sì che si possa inserire nel configuratore ed averlo effettivamente online.

 

Cosa vuol dire parametrizzare gli oggetti per il progetto Grippos?

a risposta implica la spiegazione di due diversi aspetti, da un lato interpreto il progetto del designer (Studio Arduini Frigerio, ndr), che non deve essere snaturato, ma a cui vanno applicate delle regole matematiche che permettono all'oggetto di essere modificato. Non abbiamo più un prodotto basato sulla geometria statica, ma su delle regole. Il secondo aspetto riguarda la messa online dell'oggetto, che deve poter essere modificato da diversi utenti che nel nostro caso potrebbero essere i terapisti o gli utenti finali. Quindi, di fatto, tutte le regole si devono tradurre in pochi elementi chiari e di semplice usabilità. 

 

È questo quello che sarà possibile fare con il configuratore del sito web di Grippos?
Dalla parametrizzazione dell'oggetto passiamo al configuratore. Un meccanismo attraverso il quale gli oggetti parametrici vanno online: l'idea iniziale era che, attraverso un automatismo, l'oggetto potesse essere messo online per essere configurato da ciascun utente. In altre parole si voleva trasformare il bisogno di una persona in un oggetto configurabile. Un processo molto complesso, perché richiede la messa in campo di competenze diverse. Diciamo che il processo non è automatico, ma piuttosto che passa da una figura professionale all'altra: il terapista occupazionale interpreta il bisogno, il designer lo trasforma in prodotto che poi viene reso parametrico e messo online. Alla fine di questi passaggi l’utente finale, che sia il paziente o il terapista, potranno modificare l’oggetto affinché risponda alle proprie caratteristiche anatomiche e sia di fatto su misura. 

 

Quali sono gli "ostacoli" dell'automazione del processo? 
Tecnologicamente è possibile, ma gli utenti dovrebbero avere delle competenze troppo specifiche per portare a termine il processo. Grazie alle sessioni di co-design con i terapisti  e con i pazienti ho avuto conferma di quanto pensavo e cioè che servono molteplici competenze per far sì che il processo possa essere automatizzato, l’idea è comunque quella di avvalersi delle tecnologie per migliorare sempre di più questo flusso nel tempo, iniziando fin da subito dalle basi e cioè facendo formazione e informazione mirata sui vari temi, direttamente dal sito web di Grippos.

 

Il co-design a cosa ti è servito?

Abbiamo usato il metodo del co-design non per progettare un oggetto specifico, ma piuttosto per modulare l'approccio al lavoro. Io ho capito diversi aspetti che davo per scontato come ad esempio lo scambio di oggetti fra utenti. Non lo fanno, perchè ognuno di loro ha esigenze diverse nonostante siano stati scelti gruppi di persone con caratteristiche omogenee. Se invece penso al co-design con i terapisti, ho potuto vedere fino a che punto possono essere autonomi e che cosa vorrebbero poter fare con un configuratore.

 

 

Che cosa consente di fare il configuratore?
Con il configuratore si possono modificare dimensioni e forme dell'oggetto online sul sito di Grippos. L'utente finale, il terapista occupazionale o loro due insieme, possono apportare modifiche attraverso una semplice interfaccia. Prendo come esempio il primo oggetto, una maniglia nella quale è possibile inserire degli strumenti come le posate. La maniglia è costruita in base alle misure della mano e degli oggetti con la quale la si usa. Quindi con il configuratore posso modificare la maniglia a seconda della misura del palmo, del suo spessore oppure modificare la misura dell'incastro dove metto la forchetta che può essere fatta in metallo, in plastica, con forme differenti. Personalizzo, cioè permetto di conformare l'oggetto in base alle caratteristiche dell'utente e dei suoi oggetti di uso quotidiano.

 

Che caratteristiche avranno gli ausili di Grippos?
Gli oggetti presenti sul mercato non sono personalizzabili e sono pensati per andare incontro alle esigenze di casi specifici non rispondendo quindi alle esigenze di tutti. Noi cerchiamo di superare quest'aspetto funzionale e poi, grazie al lavoro del designer, creiamo anche degli oggetti esteticamente più curati, che si è rivelato un aspetto molto importante per gli utilizzatori finali.

 

In che ambiti sono usati i configuratori?
Abbiamo fatto delle ricerche e sostanzialmente i configuratori sono usati principalmente nei settori moda e accessori per esigenze di marketing. La maggior parte di questi configuratori consentono di cambiare materiali o finiture, se pensiamo per esempio all'arredamento, ma quasi mai la forma, perché è complesso dal punto di vista tecnologico e anche dal punto di vista del processo e della sua sostenibilità nella produzione su larga scala.

 

Che futuro ha quindi un configuratore in ambito medicale?
Con Grippos stiamo creando uno strumento che permetta la configurazione in relazione alla funzionalità dell'oggetto, non modifichiamo un colore per il vezzo dell'utente, qui applichiamo la tecnologia per rispondere al bisogno di una persona. La strada possibile è che il progetto di Grippos venga inserito in strutture che si occupano di riabilitazioni o di attività con utenti che ne possano trarre giovamento. Quello che serve è che in queste strutture siano presenti persone con competenze tali da poter portare avanti il processo completo nella sua complessità.
 

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